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| Verapamil efficace come antidiabetico? Sembrerebbe di sì! |
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Fonte: Diabetes 2012; 61(4): 848-856.
Sebbene la perdita di massa β-cellulare sia uno dei processi più importanti nella progressione del diabete, non ci sono terapie che rallentino questo processo. È stato recentemente identificato un recettore TXNIP che potrebbe avere un ruolo a riguardo. La glicemia e il diabete regolano l’espressione di TXNIP, e la sua iper-produzione provoca l’apoptosi β-cellulare. Trovare un farmaco che inibisca l’espressione di TXNIP sarebbe un passo molto importante; questi autori hanno scoperto che il calcio antagonista verapamil inibisce l’espressione di TXNIP nelle cellule INS-1 e nelle insule umane, aumentando i livelli endogeni di insulina. Verapamil sembra anche promuovere la sopravvivenza β-cellulare e migliorare la sensibilità all’insulina nei topi. Quindi, per la prima volta, è stato identificato un farmaco che può inibire espressione di TXNIP, aumentare la sopravvivenza β-cellulare e prevenire, e persino migliorare, l’andamento del diabete. |
- La cura dell’ipertensione arriva a casa: il modello sudafricano rivoluziona la gestione nelle aree rurali
Fonte: Siedner MJ et al. N Engl J Med. 2025. doi: 10.1056/NEJMoa2509958. In Sudafrica è stato condotto un trial randomizzato e controllato che ha valutato un modello innovativo di gestione domiciliare dell’ipertensione. L’intervento si è basato sul monitoraggio pressorio domiciliare, le visite di operatori sanitari di comunità (community health workers, CHW) per raccolta dati e consegna dei farmaci, e la decisione clinica a distanza da parte di infermieri tramite applicazione mobile. Una variante “potenziata” prevedeva la trasmissione automatica delle misurazioni (enhanced CHW group). I partecipanti randomizzati erano 774 adulti ipertesi (età media 62 anni, 76% donne, 13,6% con diabete mellito, 46,5% con infezione da virus dell’immunodeficienza umana, HIV). A 6 mesi, la pressione arteriosa sistolica...leggi la news - Adrenalectomia unilaterale: risultati incoraggianti anche nei casi di iperaldosteronismo bilaterale asimmetrico
Fonte: Grundy MC et al. Hypertension. 2024;82:230–236. doi:10.1161/HYPERTENSIONAHA.125.24849. La gestione dei pazienti con iperaldosteronismo primario bilaterale rimane una sfida clinica, soprattutto quando la produzione di aldosterone risulta marcatamente asimmetrica. Questo studio retrospettivo ha valutato gli esiti dell’adrenalectomia unilaterale in soggetti con iperaldosteronismo primario asimmetrico diagnosticato mediante adrenal vein sampling (AVS, campionamento venoso surrenalico). Sono stati analizzati 29 pazienti con AVS riuscito (indice di selettività ≥3 bilateralmente dopo stimolazione con cosintropina) e lateralizzazione confermata (indice di lateralizzazione ≥3), ma senza soppressione completa del lato controlaterale (indice di soppressione ≥2). Tutti sono stati sottoposti ad adrenalectomia unilaterale guidata dai risultati dell’AVS. Dopo un follow-up mediano di 10.3 settimane per gli esiti biochimici e di 27.3 settimane per...leggi la news - Predire lo scompenso cardiaco nella cardiomiopatia da fosfolambano p.(Arg14del)
Fonte: van der Heide MYC et al. JACC Heart Fail. 2025. doi: 10.1016/j.jchf.2025.102558. La mutazione p.(Arg14del) del gene fosfolambano (PLN) è una delle cause più studiate di cardiomiopatia ereditaria a espressività variabile, che può condurre a insufficienza cardiaca refrattaria alle terapie convenzionali. Questo studio ha analizzato 904 portatori della variante patogenetica PLN p.(Arg14del) arruolati nel registro internazionale PLN/ACM, con l’obiettivo di identificare predittori clinici di outcome legati allo scompenso cardiaco. Durante un follow-up mediano di 5,4 anni (IQR 2,3–9,7), 116 individui (13%) hanno raggiunto l’end-point composito, definito come ospedalizzazione per scompenso (75%), trapianto cardiaco (10,3%), impianto di dispositivo di assistenza ventricolare sinistra o biventricolare (9,5%) oppure morte correlata a scompenso (5,2%). Sono stati identificati tre...leggi la news - Uso di cannabis e rischio di ipertensione: nessun legame in 35 anni di follow-up
Fonte: Corroon J et al. Hypertension. 2025;82(10). doi:10.1161/HYPERTENSIONAHA.125.25005. L’impatto a lungo termine del consumo di cannabis sulla salute cardiovascolare è stato oggetto di crescente interesse, ma finora le evidenze epidemiologiche sono rimaste contrastanti. Il grande studio prospettico CARDIA (Coronary Artery Risk Development in Young Adults) ha seguito per 35 anni 4.328 giovani adulti statunitensi privi di malattie cardiovascolari al basale, valutando l’associazione tra consumo cumulativo di cannabis (cannabis-years) e incidenza di ipertensione. Durante 88.292 anni-persona di osservazione, sono stati registrati 2.478 nuovi casi di ipertensione (28.1 casi per 1.000 anni-persona). Il consumo medio di cannabis è rimasto basso, passando da 0.0 (intervallo interquartile 0.0–0.3) a 0.2 cannabis-years (0.0–0.7) al termine del follow-up. Non è emersa...leggi la news
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verapamil usato dagli AA.
Staremo a vedere....!
Ci fu però un periodo in cui si disse che rallentava l'insorgenza della nefropatia diabetica poi tutto ciò scomparve ( a parte il fatto che se si riduce la PA si rallenta comunque la progressione della nefropatia).
Speriamo che il buon vecchio verapamil questa volta riesca nell'intento.
Comunque l'orientamento al risparmio della beta cellula è la strada principe della ricerca sul Diabete, pertanto qualsiasi spunto è da approfondire.
Sarà interessante vedere come questa scoperta possa essere sviluppata ulteriormente e se il verapamil si confermerà come un farmaco efficace nel prevenire e migliorare il decorso del diabete.
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